Family Coaching project
Il Family Coaching Project dell’Associazione Umbrella Onlus è un percorso dedicato a tutte le persone che circondano i bambini con autismo: genitori, nonni, zii, educatori, allenatori e baby sitter. L’obiettivo è creare una vera e propria comunità educante, capace di rispondere ai bisogni dei bambini con strumenti pratici, esperienze condivise e un solido sostegno reciproco.
In un’atmosfera conviviale e aperta, gli incontri affrontano temi specifici grazie al supporto di esperti, offrendo strategie concrete per migliorare la qualità della vita familiare e favorire lo sviluppo dei bambini.
Dopo la pausa forzata dovuta alla pandemia, il progetto è finalmente ripartito. Recentemente, la dott.ssa Kristin Strauss ha guidato un incontro molto apprezzato dedicato a un tema fondamentale: Comunicazione e linguaggio nei bambini con autismo.
Comunicazione e linguaggio: capire le differenze
La dott.ssa Kristin Strauss ha iniziato l’incontro chiarendo tre concetti fondamentali, spesso confusi tra loro: parlato, linguaggio e comunicazione.
- Il parlato è il modo in cui pronunciamo le parole: la chiarezza dei suoni e l’intonazione.
- Il linguaggio riguarda il significato di ciò che diciamo: l’organizzazione di parole e frasi per esprimere pensieri ed emozioni.
- La comunicazione è un processo più ampio, che comprende anche gesti, sguardi, espressioni facciali e movimenti del corpo.
Questa distinzione è fondamentale per affrontare le difficoltà nei bambini con autismo, in cui la comunicazione non verbale può essere altrettanto importante – se non più importante – di quella verbale.
Le difficoltà linguistiche nell’autismo
I bambini con disturbo dello spettro autistico spesso sviluppano il linguaggio in modo atipico rispetto ai coetanei. Alcuni iniziano a parlare più tardi, usano parole ripetitive (ad esempio, l’ecolalia, ovvero la ripetizione di parole o frasi sentite) o faticano a comprendere il significato delle parole in contesti diversi.
Ma questo non significa che non possano comunicare: il percorso è semplicemente diverso e richiede strategie personalizzate.
La dott.ssa Strauss ha spiegato come il linguaggio nei bambini con autismo possa progredire in modo non lineare. Spesso si parte da una fase di imitazione rigida – in cui il bambino ripete ciò che sente senza comprenderne pienamente il significato – per arrivare a una fase di generalizzazione, in cui il bambino impara a usare parole e frasi in contesti diversi.
Questo processo richiede tempo, pazienza e strumenti adeguati. Ad esempio, la Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) può essere di grande aiuto per i bambini che faticano a esprimersi verbalmente. Utilizzando immagini, simboli o dispositivi elettronici, i bambini possono imparare a fare richieste semplici come “Voglio acqua” o “Andiamo fuori”.
Contrariamente a quanto si pensa, l’uso della CAA non ostacola lo sviluppo del linguaggio verbale, ma lo favorisce, creando una base sicura su cui il bambino può costruire nuove competenze.
Un piccolo esercizio pratico: l’attenzione congiunta
Un elemento chiave nello sviluppo del linguaggio è l’attenzione congiunta. Si tratta della capacità di un bambino di concentrarsi su un oggetto o un’attività insieme a un’altra persona.
Ad esempio, se un genitore indica un giocattolo e dice “Guarda, una macchina rossa!”, il bambino dovrebbe seguire lo sguardo, osservare la macchina e magari tentare di ripetere la parola “macchina”.
Ecco un semplice esercizio da provare a casa:
- Siediti di fronte al tuo bambino con alcuni oggetti preferiti (ad esempio, giocattoli).
- Prendi un oggetto e descrivilo chiaramente: “Questo è un treno giallo!”.
- Se il bambino non risponde, ripeti la parola con entusiasmo e indica l’oggetto.
- Lodalo per ogni tentativo di imitazione, anche se imperfetto: “Bravo! Hai detto ‘treno’!”.
Questo esercizio aiuta a sviluppare l’attenzione congiunta, stimolare l’imitazione e arricchire il vocabolario del bambino.
Collaborazione tra logopedia e ABA
Un tema particolarmente importante toccato durante l’incontro è stato quello della collaborazione tra logopedia e ABA (Applied Behavior Analysis).
Questi due approcci, se combinati, possono offrire un supporto efficace ai bambini con autismo. La logopedia si concentra sulla produzione dei suoni e sulla struttura del linguaggio, mentre l’ABA aiuta il bambino a utilizzare le parole in modo funzionale, ad esempio per fare richieste o rispondere agli stimoli sociali.
La dott.ssa Kristin Strauss ha sottolineato l’importanza di personalizzare ogni intervento in base alle necessità del singolo bambino, coinvolgendo attivamente la famiglia in questo percorso.
Prossimo incontro: la Selettività alimentare nell’autismo
Non perdete il prossimo appuntamento del Family Coaching Project! Parleremo di “Selettività alimentare nei bambini con autismo”, un tema che preoccupa molte famiglie: esploreremo strategie pratiche per affrontare le difficoltà legate all’alimentazione e migliorare il benessere dei bambini.
Vi aspettiamo numerosi per continuare insieme questo percorso di crescita e condivisione!
Il Family Coaching Project è un’iniziativa dell’Associazione Umbrella Onlus, nata nel 2019 con l’obiettivo di offrire alle famiglie uno spazio di formazione e sensibilizzazione sui temi legati all’autismo. Questo progetto si inserisce nella visione inclusiva e sistemica del metodo Umbrella, che mira a prendersi cura dell’intero ambiente che circonda il bambino, garantendo sostegno a genitori, nonni, zii, baby sitter e a chiunque contribuisca al suo percorso di crescita.
A differenza di altri percorsi strutturati come il Parent Training, che si concentra principalmente sui genitori, il Family Coaching Project accoglie tutti i membri della comunità educante del bambino. Gli incontri, caratterizzati da un clima di festa e condivisione, rappresentano momenti di scambio e riflessione aperti a tutti, e si concludono con un aperitivo, favorendo la costruzione di una rete di supporto intorno alle famiglie.
Dopo la pausa dovuta alla pandemia, il progetto riprende con il ciclo 2024-2025, il cui primo incontro si è tenuto il 26 ottobre, sul tema “I comportamenti problema nell’autismo”. Ecco i punti principali emersi dall’incontro.
Che cos’è un Comportamento Problema?
Un comportamento viene definito “problema” quando risulta pericoloso o distruttivo per il bambino stesso, per gli altri o per l’ambiente circostante. Inoltre, ostacola l’apprendimento e l’interazione sociale. Alcuni comportamenti comuni includono stereotipie motorie o vocali e autostimolazioni sensoriali, spesso accentuate da limitate abilità comunicative e difficoltà di apprendimento.
Il Dott. Fava ha illustrato come eventi specifici possano scatenare comportamenti problema. Situazioni come l’attesa, la necessità di accettare un “no” o il passaggio da attività preferite a meno desiderate possono risultare molto frustranti per alcuni bambini. Questi comportamenti spesso hanno funzioni specifiche, come attirare attenzione, evitare una situazione o ottenere un rinforzo tangibile.
Il Ruolo della Functional Behavioral Assessment (FBA)
La FBA (Analisi Funzionale del Comportamento) è una tecnica fondamentale per identificare le cause dei comportamenti problema e sviluppare strategie di intervento mirate. Questo metodo permette di intervenire direttamente sui “trigger” o stimoli antecedenti che innescano il comportamento problema e su ciò che lo mantiene, proponendo strategie di gestione più efficaci. Il Dott. Fava ha sottolineato l’importanza di insegnare comportamenti alternativi e adattivi che rispondano alla stessa esigenza ma in maniera più appropriata.
Durante l’incontro, sono stati presentati strumenti specifici per gestire i comportamenti problema, come la scheda per l’analisi funzionale del comportamento (FBA). Questa scheda aiuta a identificare i fattori scatenanti e le motivazioni sottostanti ai comportamenti problema, favorendo un intervento mirato e personalizzato.

Tecniche e Strategie di Intervento
Sono state presentate diverse strategie che possono aiutare a prevenire e ridurre i comportamenti problema, tra cui:
- Alterare le variabili antecedenti: evitare stimoli o situazioni che innescano i comportamenti problema.
- Modificare le conseguenze: ridurre o eliminare il rinforzo che mantiene il comportamento.
- Insegnare alternative positive: indirizzare il bambino verso comportamenti socialmente più adeguati e adattivi.
Sono stati anche descritti i diversi metodi di Analisi Funzionale (Indiretta, Descrittiva e Sperimentale), utili per testare le ipotesi sugli scopi dei comportamenti problematici.
Conclusioni
Questa sessione ha offerto a tutti i partecipanti strumenti e conoscenze fondamentali per comprendere meglio i comportamenti dei propri figli e agire in modo efficace per migliorare la qualità della loro vita e delle loro relazioni. Grazie all’uso di strategie basate sull’analisi comportamentale, i genitori possono contribuire attivamente al benessere dei propri figli, sostenuti da specialisti esperti.
Il Family Coaching Project dell’Associazione Umbrella Onlus è un’occasione unica per le famiglie di ricevere supporto pratico e creare una rete solida e consapevole attorno ai bambini autistici. Non perdete la possibilità di partecipare ai prossimi incontri: prenotate il vostro posto per far parte di questa straordinaria esperienza di crescita e supporto.
26 ottobre ’24 Family Coaching: Sensibilizzazione e formazione per famiglie e comunità
Il Family Coaching Project è un’iniziativa dell’Associazione Umbrella Onlus, nata nel 2019 con l’obiettivo di offrire alle famiglie uno spazio di formazione e sensibilizzazione sui temi legati all’autismo. Il Family Coaching Project si inserisce nella più ampia attenzione del metodo Umbrella alla presa in carico dell’intero sistema di cura. L’obiettivo è non solo di promuovere l’inclusione e il benessere del bambino, ma di garantire un supporto completo e sostenibile che coinvolga tutti coloro che ruotano intorno al suo percorso di crescita.
A differenza di percorsi più strutturati come il Parent Training, che si concentra sulla formazione specifica dei genitori sul percorso terapeutico, il Family Coaching Project è un momento conviviale e inclusivo, aperto non solo ai genitori ma anche a nonni, zii, baby sitter, allenatori e chiunque sia parte della vita dei bambini coinvolti. Gli incontri si svolgono in un clima di festa e condivisione, con l’obiettivo di creare una comunità educante che possa supportare i bambini e le loro famiglie. Alla fine di ogni incontro seguirà un aperitivo.
Il progetto, avviato cinque anni fa, ha visto una brusca sospensione a causa della pandemia da Covid-19. Ora siamo pronti a ripartire e confidiamo in una numerosa partecipazione da parte di tutti. Gli argomenti degli incontri sono decisi in collaborazione con le famiglie, in modo da rispondere direttamente alle loro esigenze e interessi. Il primo incontro di questo ciclo 2024-2025 si terrà il 26 ottobre, dalle 10:00 alle 12:00, e affronterà il tema “I comportamenti problema nell’autismo: cosa fare (e non)”.
La partecipazione è gratuita per le famiglie dell’Associazione Umbrella, ma è necessaria la prenotazione. Potete confermare la vostra partecipazione entro il 20 ottobre contattandoci ai recapiti dell’associazione o tramite il nostro sito.
Ogni incontro è pensato per essere utile e concreto: esperti come la dott.ssa Kristin Strauss e il dott. Leonardo Fava forniscono non solo spiegazioni teoriche, ma anche strumenti pratici da applicare nella vita quotidiana. Ad esempio, l’incontro sul disturbo del sonno, durante il quale la dott.ssa Strauss ha distribuito schede pratiche, è stato molto apprezzato dalle famiglie. Il tema sport e autismo ha poi portato alla nascita del progetto Basket, dedicato ai bambini con autismo, ormai giunto al suo secondo anno.
Il Family Coaching Project non è solo un’occasione di apprendimento, ma un momento per rafforzare la rete di sostegno intorno ai bambini e alle loro famiglie, creando una vera e propria comunità educante. Non perdete l’occasione di partecipare al primo incontro del nuovo ciclo e di contribuire alla costruzione di una rete educante inclusiva e consapevole.
Prenotate il vostro posto entro il 20 ottobre e unitevi a noi per questa mattinata dedicata al benessere dei nostri bambini. Vi aspettiamo per vivere insieme un momento di crescita, scambio e festa!
Per altri eventi di formazione dei genitori qui tutti gli articoli.
I bambini che presentato i disturbi dello spettro autistico (DSA) manifestano spesso anche dei problemi di coordinazione motoria e di manualità, i quali sembrano migliorare molto quando viene svolta dell’attività fisica o sportiva in modo regolare. Infatti il movimento, rafforzando il tono muscolare, permetterebbe una conseguente riduzioni di alcune delle problematiche motorie purtroppo comuni in questi bambini.
Inoltre, lo svolgimento di attività fisica o sportiva è legato ad altri aspetti non solo connessi agli immediati risultati in termini fisici e motori, infatti esistono numerosi benefici legati all’aspetto educazionale e di aggregazione che da sempre fanno parte degli sport di gruppo. Qui di seguito ne abbiamo elencate alcune fra le più importanti da non sottovalutare:
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Manualità, responsabilità, condivisione: le attività sportive prevedono il raggiungimento di obiettivi che richiedono la focalizzazione contemporanea su diversi aspetti. Tali aspetti includono la manualità e motricità, la responsabilità delle proprie azioni e la capacità di condivisione con i pari.
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Socializzazione: lo sport di gruppo necessità della collaborazione di tutti i componenti della squadra, quindi contribuisce enormemente a migliorare sia la comunicazione che la socializzazione funzionale tra i pari.
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Generalizzazione degli apprendimenti e sensibilizzazione: lo svolgimento di attività, comprese quelle sportive, che richiedono il coinvolgimento delle famiglie (inclusi i fratelli e sorelle) o in maniera più ampia delle istituzione di gruppi di gioco, permette la condivisione e l’elaborazione di esperienze, promuovendo in tutti i partecipanti l’acquisizione di strategie funzionali volte a migliorare la qualità del rapporto tra fratelli, a comprendere meglio l’effetto che la disabilità ha e avrà sulla vita di ciascuno dei familiari e a riconoscere i propri stati emotivi in risposta ad una situazione in ambiente seminaturale con il proprio fratello o sorella.

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Contrastare l’isolamento crescente dei bambini con autismo nella comunità sociale: la possibilità di dedicarsi ad un sport offre numerose opportunità di apprendimento e inserimento sociale a tutti i bambini, ancora di più ai bambini con DSA, perché da una parte si sviluppano una serie di abilità e capacità per adattarsi a diversi ambienti, persone e contesti in maniera più funzionale, e dall’altro si crea un ambiente di ritrovo per i compagni di classe e amici dove la relazione con il bambino con DSA possa essere mediata e facilitata dall’operatore.
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Uguaglianza e pari opportunità: non dimentichiamoci che i bambini con DSA, sono prima di tutto bambini e il diritto allo sport è sancito dalla Carta internazionale dei diritti dei bambini. Inoltre, lo sport è un diritto per le persone con disabilità secondo la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2009.
Questi sono solo alcuni bei potenziali benefici dati dallo svolgimento di attività sportiva o fisica in maniera costante in questi bambini, bisogna quindi informare e formare non soltanto il nucleo familiare ma tutta la comunità su tale argomento per aumentare la possibilità di accesso a bambini con DSA in attività sportive di gruppo, tramite l’attivazione di società sportive o anche più semplicemente tramite il coinvolgimento di strutture locali, come gli oratori o i circoli sportivi. In questo modo sarà possibile intraprendere iniziative volte a controllare ed arginare il fenomeno della discriminazione nello sport.
La scelta dell’attività sportiva
La scelta della migliore attività sportiva per il proprio bambino non è mai semplice e risulta ancora più complessa per i bambini DSA. Questo perché si basa su una delicata combinazione tra le caratteristiche del disturbo, le peculiarità individuali del bambino, gli aspetti tipici dell’attività sportiva e le necessità organizzative, economiche ed emotive dei genitori.
Quindi è importante aiutare e guidare i genitori del bambino con DSA anche in questo caso, affinché sia loro garantito il diritto allo sport, e noi di Umbrella siamo qui anche per questo!
Molti bambini affetti da Disturbo dello Spettro Autistico hanno difficoltà a dormire ma esistono alcune strategie che possono aiutarli. In questo articolo condividiamo alcune tecniche che sono rivolte ai bambini di tutte le età, compresi gli adolescenti, con l’obiettivo di migliorare il ritmo sonno/veglia e la qualità della vita di tutta la famiglia.
Quando si seleziona una delle strategie di apprendimento del sonno, ci sono alcuni suggerimenti da tenere presente:
Bisogna scegliere le strategie che si adattano bene allo stile di vita della tua famiglia.
Inizia ad attuare le strategie quando hai il tempo e l’energia per assicurarti un’implementazione accurata.
Incomincia con una piccola modifica, poi incorpora lentamente le altre modifiche.
Sii paziente. Ci vogliono delle settimane e tanta persistenza per vedere un cambiamento duraturo!
- Fornire un ambiente di sonno confortevole
È importante creare un ambiente di sonno sicuro e tranquillo per tuo figlio. Ovunque esso dorma, ha bisogno di uno spazio che sia tutto suo e dovrebbe essere lo stesso luogo ogni notte. La camera da letto deve essere confortevole (non troppo calda, non troppo fredda), tranquilla e quanto più possibile buia. Se la stanza è troppo buia, aggiungi una luce notturna soffusa e lasciala accesa per tutta la notte. Se c’è luce che entra nella stanza dall’esterno, prendi in considerazione l’aggiunta di tende più pesanti per coprire le finestre.
- Fornire un ambiente silenziosa
La stanza dovrebbe essere silenziosa durante la notte: è meglio evitare la musica e altri suoni aggiunti per conciliare il sonno, perché questi possono interrompersi durante la notte e svegliare il bambino. Alcuni bambini possono trarre beneficio da un “rumore bianco” o un suono di sottofondo basso e continuo che non cessa per tutta la notte. Considera la condizione dell’ambiente: un bambino con disturbo dello spettro autistico può essere più sensibile ai rumori che normalmente non infastidiscono gli altri bambini e può avere problemi di ipersensibilità come il tocco delle lenzuola o del pigiama.

- Fornite al bambino una routine serale
La routine si dovrebbe svolgere nella camera dove il bimbo dormirà. Il bambino imparerà a calmarsi durante la routine se sarà fatta nello stesso modo ogni notte. I bambini piccoli o i bambini con Disturbo dello Spettro Autistico possono beneficiare di un supporto visivo o di una “lista delle cose da fare” per anticipare loro ogni passaggio. Questo aiuterà il bambino a vedere che la sua routine di buonanotte è costituita dagli stessi eventi nello stesso ordine ogni sera. Un supporto visivo aiuterà anche gli altri membri della famiglia ad aderire alla routine più facilmente. I bambini che non rispondono bene all’uso delle immagini possono trarre vantaggio dall’utilizzo di oggetti. Ogni passo nella loro routine può essere associato ad un oggetto specifico.
- Determinare quali eventi e stimoli si mostrano calmanti e quali sono stimolanti per il vostro bambino è importante
Stimoli ed attività calmanti dovrebbero essere parte della routine mentre le attività stimolanti dovrebbero essere rimossi almeno un’ora prima di andare a dormire.
Ad esempio, se il bambino trova il bagno stimolante piuttosto che rilassante, cercate di anticipare questo momento.
Per aiutarvi a gestire meglio l’integrazione della vostra routine, abbiamo preparato un supporto visivo che trovate qui di seguito.

Bambini e adulti si svegliano più volte durante la notte, è fisiologico. Ogni volta che ci svegliamo, controlliamo l’ambiente che ci circonda e poi torniamo rapidamente a dormire. Questi risvegli sono così brevi, che spesso non li ricordiamo al mattino. Se il tuo bambino non può addormentarsi da solo, allora ogni volta che si sveglierà di notte è difficile che riesca a riaddormentarsi senza cercarti.
Come insegnare al bambino ad addormentarsi in autonomia?
Il passaggio dall’addormentarsi con te a da solo dovrebbe essere fatto gradualmente, nel corso di un paio di settimane.
Se di solito ti sdrai con il tuo bambino al momento di andare a dormire, puoi cambiare il tuo modo di essere presente sedendoti sul letto per un paio di notti e poi sedendoti su una sedia accanto al letto nelle notti successive. Puoi continuare a sederti sulla sedia, ma ogni sera potresti spostarla più lontano dal letto fino ad uscire dalla stanza. Mentre stai apportando queste modifiche, riduci la quantità di attenzione che presti al tuo bambino, come il parlare o il contatto fisico.
Una volta che sei uscito dalla camera da letto, se il bambino si lamenta e non dorme, puoi aspettare qualche minuto, e poi tornare nella stanza per controllare.
Quando torni però fai che sia una breve visita (meno di un minuto) e dai un contatto fisico limitato (ad esempio un rapido bacio).
Con delicatezza ma con fermezza dì “Buonanotte” e poi lascia la stanza.
Una volta che il bambino sarà in grado di addormentarsi da solo, allora sarà possibile utilizzare le stesse tecniche se si sveglia nella notte.
La pragmatica sociale viene considerata una delle più grandi sfide per le persone con un disturbo dello spettro autistico (DSA). Ma cos’è esattamente la pragmatica sociale? l’essenza della pragmatica sociale è la capacità di usare e regolare efficacemente la comunicazione per una varietà di scopi, con una serie di interlocutori e in diverse circostanze.
Nessuno nasce con tale abilità; essa si sviluppa nel tempo e lo sviluppo dipende da tanti fattori, come ad esempio: l’attenzione congiunta, l’assunzione della prospettiva dell’altro, l’abilità di monitoraggio della comprensione da parte dell’altro e l’interesse sociale. Qui di seguito sono riportati due esempi concreti riguardanti l’uso della pragmatica sociale fra persone con sviluppo normotipico:
- Giacomo vede il suo medico di base a una festa. Lui non lo conosce al di fuori del contesto medico professionale. Giacomo e il dottore scambiano alcuni commenti impersonali sulla festa e sul tempo prima che ognuno passi a parlare con gli altri ospiti. Giacomo sapeva che avrebbe commesso un errore sociale se avesse sollevato qualsiasi argomento relativo alle sue cure mediche in quella situazione.
- Giacomo vede il suo amico Tommaso al centro commerciale. Parlano di argomenti generici in comune: gli allenamenti, il lavoro e le vacanza. Giacomo e Hank parlano dettagliatamente di questi argomenti, e danno spiegazioni su richiesta in modo che l’altro capisca il messaggio.
Questi sono esempi di situazioni ordinarie, durante le quali, senza nemmeno accorgercene, assumiamo in maniera spontanea uno stile di comunicazione piuttosto che un altro, almeno fino a quando non si verificano certi comportamenti che violano o infrangono le regole pragmatiche sociali culturali e / o le aspettative dei partner di comunicazione.
Spesso individui con DSA verbali, presentato diversi ostacoli comunicativi, molto spesso riconducibili ad una carente pragmatica sociale e comunicativa. L’incidenza e la gravità di tali problematiche in individui con disturbi dello spettro autistico possono variare in base all’età e al singolo individuo, e possono comunque anche riscontrarsi in individui con altre problematiche, ad esempio in individui con problemi di apprendimento o di linguaggio.
Caratteristiche nei soggetti con autismo ad alto funzionamento
Linguaggio sociale atipico
Sebbene la capacità di scambiare messaggi funzionali sia il cuore della comunicazione, è importante osservare le caratteristiche del linguaggio usato per trasmettere i messaggi in individui con DSA.
Gli individui con disturbo dello spettro autistico:
- Sembrano avere un buon vocabolario e un uso sofisticato del sistema linguistico basato sulle loro espressioni verbali.
- In alcuni casi il linguaggio sofisticato può riflettere la ripetizione di frammenti di dialogo ascoltati in televisione o nella conversazione di altre persone. Questa ecolalia attenuata può o non può essere usata in contesti appropriati.
- Per la maggior parte degli individui, la conoscenza del significato di parole specifiche può essere limitata e / o la gamma del vocabolario potrebbe non essere così ampia come suggerirebbero alcune espressioni. Naturalmente, alcuni individui possono avere un eccellente repertorio verbale.
- Sembrano avere difficoltà con il linguaggio figurativo come idiomi, metafore, similitudini e ironia.
- Sembrano avere difficoltà nel riconoscere che l’utilizzo di certe parole in situazioni contestuali (di conversazione) o di testo (stampa) possono avere significati diversi a seconda del contesto.
- Sembrano rispondere a suggerimenti, indicazioni o informazioni in modo molto letterale.
- Sembrano avere qualche difficoltà nell’afferrare l’idea principale, traendo conclusioni e facendo altre considerazioni su conversazione, testo, programmi TV e film.
- Sembrano avere difficoltà nel comprendere l’umorismo in programmi televisivi, film, cartoni animati (animati e statici) e interazioni quotidiane.
- Sembrano avere difficoltà con le formule di domande quali CHI, COSA, DOVE, QUANDO, PERCHE, COME.
- Sembrano capire la struttura della frase di base, ma possono avere più difficoltà con frasi più complesse che contengono clausole incorporate e subordinate.
- Possono principalmente prestare attenzione alle parole chiave piuttosto che al messaggio trasmesso dalla grammatica; potrebbe anche avere difficoltà a comprendere la grammatica e quindi ricorrere alla strategia della parola chiave.
- Potrebbero incontrare difficoltà nella comprensione della lettura se la comprensione della lingua orale è scarsa.
- Potrebbero non riuscire a collegare il contenuto di una frase a quella successiva.
Comunicazione sociale atipica
La comunicazione è un atto sociale e, a meno che non si stia conducendo un monologo con sé stessi, coinvolge almeno un’altra persona. La comunicazione all’interno di una situazione sociale può essere più difficile della semplice comprensione delle parole degli altri. Ci sono regole non scritte che governano le interazioni e queste possono cambiare a seconda delle circostanze e con chi si sta parlando. Gli individui con un disturbo dello spettro autistico potrebbero:
- Avere difficoltà a vedere la prospettiva di un’altra persona, tendendo ad interpretare i messaggi dal proprio punto di vista. Ciò influisce sull’interazione sociale e sulla comprensione della prospettiva nelle narrative, sia nel testo, nei film o nel formato TV.
- Avere difficoltà a capire che le altre persone hanno pensieri, idee e motivazioni personali uniche.
- Non dare o avere un contatto visivo minimo durante un’interazione; il contatto visivo può essere fonte di distrazione o fornire più informazioni sensoriali di quelle che possono essere utili o elaborate dal loro.
- Avere difficoltà a rimanere sul tema; potrebbe essere distratto dalle associazioni date dalle loro stesse parole o dalle affermazioni degli altri.
- Consegnare monologhi o lezioni su un argomento preferito piuttosto che consentire / partecipare al reciproco coinvolgimento con un partner di comunicazione.
- Parla ad alta voce in situazioni pubbliche e ignorare che gli altri possano ascoltare il contenuto del discorso personale.
- Avere difficoltà a prestare attenzione ad un messaggio uditivo se stressati, agitati o fortemente stimolati.
- Fare delle affermazioni che sono effettivamente vere ma socialmente inappropriate a causa della mancanza di consapevolezza dell’impatto delle loro affermazioni sugli altri.
- Non conoscere le strategie per avviare, terminare o facilitare una conversazione.
- Avere difficoltà a comprendere il significato del ruolo di un altro e la necessità di adattare di conseguenza l’argomento, il vocabolario, la grammatica e il tono della conversazione.
- Avere difficoltà nel considerare il proprio ruolo nel fornire al partner di comunicazione informazioni sufficienti per comprendere il messaggio. Inoltre, potrebbero avere difficoltà nel supporre quali informazioni il partner abbia già e quali nuove informazioni siano necessarie.
- Non monitorare la propria comprensione dei messaggi in arrivo e quindi non richiedere chiarimenti, quando necessario.
- Mostrare un buon ricordo dei nomi, dei fatti e / o delle informazioni banali ma la profondità della conoscenza di un argomento può essere superficiale.
- Risultano perseveranti o fastidioso su argomenti limitati. Potrebbero fare domande ripetitive.
- Desiderare l’interazione sociale, ma hanno difficoltà nel capire come avviare e mantenere un’amicizia.
- Sperimentare difficolta nel riconoscere le bugie, gli inganni e le cattiverie degli altri (soggetto al bullismo).
- Avere difficoltà a riconoscere, identificare e comprendere vari altri stati emotivi espressi dagli altri e sapere come reagire in quella situazione.
- Avere difficoltà a fare previsioni sulle conseguenze di una situazione e comprendere la motivazione degli altri; di solito sono molto concreti e socialmente ingenui.
- Avere difficoltà nel multitasking, cioè parlare o ascoltare mentre si fa qualcos’altro allo stesso tempo; potrebbe essere necessario fare una cosa alla volta.
Gli elementi specifici della pragmatica sociale funzionale
L’attenzione per l’uso pragmatico si applica agli individui che usano la parola, la scrittura o un’altra forma di comunicazione aumentativa. La pragmatica è ciò che aiuta le persone ad entrare in contatto sociale con gli altri, ed è indipendente dalla forma di comunicazione utilizzata. Gli elementi specifici della pragmatica sociale includono:
Funzioni di comunicazione
- Intenzionalità della comunicazione. L’intenzionalità implica la capacità di generare messaggi con un determinato scopo, in un determinato contesto comunicativo, ad esempio: richieste, commenti, domande, persuasione, rifiuti, negazioni. Tale aspetto è influenzato anche all’età e dall’esperienza del soggetto.
- Frequenza di scambi comunicativi. La frequenza indica il numero di messaggi comunicativi diretti al proprio interlocutore durante una conversazione. Teoricamente nelle situazioni di conversazione sociale ci dovrebbe essere un equilibrio tra i messaggi inviati e quelli ricevuti per permettere un equo scambio di messaggi.
Gestione del discorso (ad esempio, gestendo la conversazione per mantenerla fluente ed efficace)
- Turn Allocation. L’assegnazione di turnazioni implica prendere un turno di conversazione al momento opportuno, cioè da una parte la capacità di riconoscere un segnale che termina un turno e dall’altra limitare il parlare al proprio turno.
- Temi. Gli argomenti di conversazione riguardano un tema, a meno che non ci sia un segnale da parte del proprio partner di comunicazione che lo cambierà. Include anche la capacità di introdurre gradualmente uno nuovo argomento.
- Riparazione di interruzioni di conversazione. La riparazione conversazionale implica prima di tutto il riconoscimento di un’interruzione nella comunicazione o nel livello di comprensione da parte del partner di comunicazione, e il successivo utilizzo di strategie come la ripetizione, la riformulazione o l’aggiunta di informazioni per facilitare la comprensione.
Variazione del Registro conversazionale
- Cortesia. La società richiede che si sappia usare un tono educato nelle conversazioni. Questo non significa soltanto aggiungere “per favore”, ma sia sapere come dire qualcosa in termini di scelta delle parole e forma della frase, che usare toni vocali e gesti / posizione del corpo adeguati alle circostanze.
- Riconoscimento del ruolo sociale. Ogni individuo deve mostrare consapevolezza dei ruoli sociali come guida per i propri modelli di discorso. Ad esempio, si dovrebbe parlare in modo diverso ad un bambino rispetto ad un adulto, oppure ad un amico rispetto ad un personaggio di autorità come un giudice o un ufficiale di polizia.
Presupposizioni su ciò che sanno gli altri
- Assunzione di prospettiva. Prendere in prospettiva implica sapere che ognuno ha pensieri, sentimenti ed esperienze diversi. Teoricamente questo aspetto deve essere tenuto in considerazione durante una conversazione, se non si è a conoscenza di tali informazioni bisognerebbe immedesimarsi nell’altra persona per adattare la conversazione.
- Regole generali di condotta per il ruolo del relatore in relazione all’ascoltatore:
- Quantità. Il relatore dovrebbe fornire informazioni sufficienti in modo da permettere al partner di comunicazione di capire, senza esagerare con le informazioni presumendo che non sappia nulla o abbia bisogno di sapere tutto su un argomento.
- Qualità. Quando la persona parla, è importante che ciò che viene detto sia sincero, valido o vero. Questo è un fattore di fiducia che è importante nelle conversazioni. Se si sa che il partner è manipolatore o ingannevole, allora gran parte di ciò che dice può essere messo in discussione. Ciò può causare un’interruzione nella conversazione.
- Relazione. È importante che le informazioni aggiunte durante una conversazione siano pertinenti all’argomento in questione.
- Maniera. È importante che il contributo di ciascun partner di comunicazione alla conversazione sia chiaro e conciso. Il relatore deve collegare le informazioni per l’ascoltatore e non dare informazioni frammentate e disgiunte.
L’Intervento
Devono essere presi in considerazione diversi concetti chiave per sviluppare un programma individualizzato per un individuo con DSA. Questi includono:
- Il repertorio di conoscenze riguardanti situazioni sociali, comunicazione sociale e strategie sociali.
- La capacità di applicare le conoscenze sociali in varie situazioni e le condizioni in cui si è in grado o non in grado di eseguirle.
- Il costo cognitivo / emotivo quando si deve ricordare molte regole o informazioni, applicarle in modo appropriato, e quindi autocontrollarsi.
- L’abilità di abbinare la strategia a una sfida specifica.
- L’abilità di considerare molti elementi sottostanti o co-occorrenti durante le fasi di selezione / implementazione come la capacità di attenzione congiunta, la funzione esecutiva, l’abilità della teoria della mente, la comprensione del linguaggio e le abilità metalinguistiche.
- La necessità di una generalizzazione programmata delle competenze, in particolare per le situazioni tra pari.
- La necessità di insegnare l’automonitoraggio se la persona con ASD ha sviluppato competenze indipendenti e flessibili.
- La necessità che molte persone siano coinvolte nello sviluppo delle competenze.
- L comprensione delle persone di riferimento che l’acquisizione di alcune abilità sarà più facile di altre; alcuni possono richiedere molto tempo per acquisire.
- Comprensione che possono essere necessarie più strategie per lavorare su una singola abilità.
- Comprensione della complessità e interrelazione delle abilità pragmatiche sociali nell’ambito della comunicazione sociale / delle abilità sociali.
Esistono molti manuali e programmi d’intervento sulla pragmatica sociale, sulla comunicazione sociale e sull’ampio spettro delle abilità sociali. In questo articolo verranno menzionate alcune delle strategie più conosciute.
Le storie sociali (brevi racconti scritti che hanno come tema le abilità sociali, le situazioni, i concetti e le regole di comportamento) e le conversazioni a fumetti sono strumenti utilizzati per l’intervento comportamentale, ma sono anche utili per costruire una teoria delle abilità mentali e una base di conoscenze sul mondo sociale. Anche i materiali per le istruzioni dirette e i video possono essere strumenti importanti quando si deve intervenire nei casi più complicati. Ad esempio, l’assunzione di prospettive è un concetto complicato ma attraverso le istruzioni pianificate, la visione di programmi TV e film, oppure la lettura di libri e situazioni di vita reale, si facilita di molto l’introduzione a tale concetto.
Le strategie che si concentrano maggiormente sulle prestazioni precise includono sia il videomodeling che l’istruzione mediata dai coetanei. In quest’ultimo caso, i compagni sono istruiti a facilitare l’interazione. Sebbene tali strategie possano sembrare semplici, in realtà richiedono organizzazione da parte degli insegnanti, in modo che il richiamo dei compagni e del bambino target venga monitorato da vicino. Le istruzioni e il gioco di ruolo possono essere utilizzati anche per aumentare le performance.
La maggior parte dei programmi di intervento includerà una combinazione di più elementi. Ad esempio, se da una parte le storie sociali potrebbero essere utilizzate per fornire conoscenze di base su un argomento, dall’altra il gioco di ruolo potrebbe aiutare l’individuo a comprendere i concetti. Quindi una giusta alternanza fra questi elementi permetterebbe un miglioramento dei risultati.
Anche l’uso di supporti visivi o testuali è una pratica utilizzata per lavorare sulla pragmatica. Infatti le immagini o il testo possono fornire spunti, passaggi sequenziali, promemoria o impostazioni per potenziali situazioni. I fogli possono elencare possibili argomenti da discutere con persone diverse, o fornire esempi conduttori per scambi comunicativi incentrati su argomenti specifici o generali, come ad esempio chiedere di partecipare ad un’attività di gruppo.